Le intercettazioni e il dilemma delle prove provate.
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Intercettazioni, sì o no? – Leggo oggi la notizia delle esternazioni del magistrato Carlo Nordio a proposito delle intercettazioni quale strumento di prova giudiziaria e vi dirò di seguito qualcosa di quello che penso al riguardo.
- Nordio: intercettazioni “inutili e dannose” (L’Opinione)
- L’uso e l’abuso/Intercettazioni… (Carlo Nordio – Il messaggero)
Tutte le possibilità di manipolazione elencate nell’articolo sono esatte, ma non sono d’accordo con le conclusioni.
Tutto può essere strumentalizzato, anche le “prove” classiche, o perfino le moderne prove del DNA (che può essere portato su un luogo di delitto per incastrare volutamente qualcuno). Quello che serve è l’onesta di chi lavora nella polizia e nella magistratura.
Ad esempio: anche chi fa un pedinamento può riferire menzogne, alterare le informazioni per danneggiare qualcuno; anche i rapporti di come vanno i fatti possono essere falsificati ed è tanto facile, e anche più, quanto per le intercettazioni.
L’equivoco è frutto di una sopravvalutazione delle prove per testimonianza e della risoluzione artificiosa del dilemma della verifica di veridicità con l’attribuzione di un maggior peso alle testimonianze dei “pubblici ufficiali”, o alle testimonianze numericamente maggiori, per cui è solo con un artificio, e per l’abitudine, che la prova non-audio-registrata sembra più provata, più valida e meno manipolabile (in realtà lo è molto di più).
Può anche capitare che sia proprio la registrazione audio a scagionare l’ingiustamente accusato di qualche inadempimento. Infatti, nel nostro sistema giudiziario, 2 o più persone, che si mettano d’accordo sulle testimonianze, sono in grado di “mandarne in galera” un’altra per testimonianza verbale.
Non è un metodo che ci fornisce la soluzione di giustizia. La prova non deve essere esaltata di per sé. E domandiamoci una cosa: se è difettosa, o manipolabile, una registrazione audio, quanto lo sono le testimonianze verbali? E, al contrario delle audioregistrazioni, queste non sono sottoponibili ad alcuna perizia di verifica di veridicità.
Quello che serve è quello che ho già detto sopra: l’onesta dei “pubblici ufficiali”, degli addetti alla polizia, dei magistrati, ecc. Onestà che è supposta e legittimata per legge, con l’attribuzione di un maggior valore giuridico, ma che non sempre risponde a verità. Non di rado si scopre la corruzione dei pubblici ufficiali e la corruzione dei sistemi di selezione e assunzione degli stessi, fatto che contamina come un virus tutto il sistema giudiziario; e ancora una volta si usa un artificio legale per risolvere falsamente un problema.
Filosofia: alla fine si tratta di risolvere il problema di cui era già consapevole Platone, e che dopo circa 2500 anni rimane irrisolto: la fortezza e la pulizia dei guardiani.