Tuona “Il Foglio”: “I padri ci pensino bene prima di mandare all’università le figlie”.
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Stamattina ho letto questo articolo su “Il Foglio” intitolato “Perché la laurea delle donne è una causa del declino demografico”.
Impressionante l’invito ((Perché la laurea delle donne è una causa del declino demografico)) o, meglio dire, la preghiera – visto che è un articolo di una rubrica denominata “preghiera” – che inizia la conclusione così, testuali parole:
“I padri ci pensino bene prima di mandare all’università le figlie”
Mi viene da dire: giorni di rigurgiti misogini, tra statue coperte ai Musei Capitolini (anche se, in quel caso, forse, c’è dell’altro, magari vi dirò in un altro post) e, addirittura, questi inviti rivolti, poi, con rafforzativo patriarcale, ai padri, neanche ai genitori.
MISOGINIA, AREA COMUNE DELLE MASSIME RELIGIONI
Questo articolo ci suggerisce di ricordare – ma diciamo che ce lo impone proprio, per difesa del diritto, e anche per rispetto di chi nei secoli ha lottato faticosamente per abolire queste limitazioni maschiliste – che la misoginia, evidentemente ancora non cancellata, è, anche se con motivazioni apparentemente diverse, un carattere comune a più fronti “religiosi”.
Infatti, “Il Foglio” mi sembra che sia filocattolico, ma l’autore dell’articolo, vedete, prova a riproporre il divieto di studio per le donne. Si tratta del solito e antico desiderio di relegare nell’ignoranza le donne e usarle – non dico come cosa – per la riproduzione, un desiderio che li accomuna, curiosamente, agli estremisti islamici che, ancora oggi in alcuni casi, continuano a vietare lo studio alle donne, con leggi o intimidazioni o proprio, similarmente, con istigazione di divieti del padre.
DECLINO DEMOGRAFICO, PERCHE’ ?
Riguardo al declino demografico, che in Italia è una realtà ed è sostanzioso – lo dicono i dati dell’Istat, ne abbiamo parlato su RV ((Nascite in calo in Italia)) – penso che non sia per nulla dovuto all’istruzione, che, secondo il suddetto articolo, ritarderebbe l’età della procreazione. Il crollo demografico può essere collegabile all’istruzione in un altro senso, cioè con l’istruzione le persone agiscono con maggiore consapevolezza.
Semmai, riconoscerei causa del crollo demografico nelle oscure prospettive di qualità della vita, nel crollo dei salari, nel precariato, nella burocrazia che rende difficile crearsi il lavoro, in generale direi in una ostilità ambientale. Tutti questi elementi sono maggiormente considerati da persone istruite. Se, ad esempio, guardiamo all’Africa notiamo che lì si riproducono anche senza la sussistenza. Perché? Secondo me, perché sono meno istruiti.
Dove c’è istruzione, le persone, prima di riprodursi, fanno considerazioni economiche di opportunità, ad esempio:
[se non ho soldi per mantenerli non faccio figli]
ma anche considerazioni etiche, ad esempio:
[se questa società fa schifo, io non gli do in pasto i miei figli,
preferisco rinunciare, piuttosto che farli martoriare].
CONCLUSIONE sul divieto di studio alle donne
Trovo scandaloso che si possa solo pensare di invitare i padri a questo tipo di segregazione e imporre il divieto di istruzione alle figlie. L’istruzione è un diritto, un quinquennio di vita dedicato allo studio non inibisce, né impedisce, la procreazione da un punto di vista fisiologico. Io andrei a considerare le vere cause di questo crollo demografico, che non può essere addebitato alle donne, che invece sono spesso, ancora oggi, vittime di discriminazione nel lavoro, anche per questo aspetto.
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