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Insegnanti, laureati e ignoranti

L'articolo allarmante di un'insegnante universitaria
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di Sara Palazzotti | 5 Febbraio 2016


Insegnanti, laureati e ignoranti, e non sono io a dirlo, stavolta. Mi è capitato di leggere un articolo su Internazionale.it, intitolato “Leopardi non era pessimista. Quello che sanno (e non sanno) i futuri insegnanti” ((Leopardi non era pessimista. Quello che sanno (e non sanno) i futuri insegnanti)) un’analisi preoccupante che io condivido per la mia esperienza di trattazione di argomenti filosofici, anche se non per mestiere, in numerosi gruppi di discussione.

L’autrice dell’articolo, Clizia Carminati, docente universitaria, fa un’analisi abbastanza allarmante riguardo al livello di preparazione medio degli insegnanti, non tanto per la nozionistica, ma per la capacità di comprendere. Incisiva la descrizione della sua esperienza recente per il concorso di ammissione al Tfa (Tirocinio formativo attivo), sostenuto da coloro che aspirano a una cattedra di italiano nella scuola secondaria superiore. Clizia Carminati riferisce che gli aspiranti non sono stati in grado di fare un’analisi complessa di una poesia di Giacomo Leopardi, “Alla Luna” e scrive:

Ciò significa, senza dubbio, che la nostra università consente di prendere la laurea magistrale in lettere a persone che non sono in grado di capire un testo letterario. E non si parla di persone preparate che magari per una parola hanno bisogno del vocabolario o ricordano male una data, ma di persone che hanno grossolanamente frainteso il significato letterale tutto del componimento.

laureati ignorantiCome dicevo all’inizio, anche io ho notato la stessa tendenza, nell’ambito di gruppi di discussione di filosofia che sono frequentati anche da insegnanti e studenti. In particolare, ho riscontrato lo stesso problema identico di cui parla anche Clizia Carminati nell’articolo: solo in pochi leggono la “bibliografia primaria“, cioè direttamente i testi degli autori. La maggioranza si limita a leggere la “bibliografia secondaria“, le antologie, i libri dove sono descritti, spiegati, gli autori, ma difficilmente vanno poi a leggere i testi primari. Anche per questo su Ragion Veduta, nei gruppi, nelle pagine su Facebook sono stati proposti estratti dai testi primari, anche per confutare idee diffuse su certi autori, ma completamente incongruenti con i testi. E’ il caso di Nietzsche, ad esempio, ma non solo. Testi che poi non sono compresi, o, spesso, sono interpretati in modo fantasioso, anche alterando i significati delle parole per aggiustare il significato del testo all’idea che si sono fatti con la “bibliografia secondaria” e  per quello che la persona vuole sostenere che “dice l’autore”, ma senza oggettività.

Ho notato anche un problema di dizionario, il rifiuto di usare il dizionario per comprendere il testo. Molto nozionismo, molto bla bla bla mnemonico… magari sanno snocciolare a memoria quello che hanno letto nella bibliografia secondaria, nelle antologie, ma comprensione dei testi = zero.

Purtroppo, l’università non è stata mai eccellente. Sempre molto nozionistica, anche parecchio corrotta e lottizzata dai partiti, ma certo che pare che oggi sia addirittura peggiorata parecchio. Peccato, speravo fosse migliorata.

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